- 13/11/2010 Roby22
Finalmente partiamo per il viaggio tanto atteso, è il 17 di ottobre, e dalle previsioni che guardavo continuamente su internet, eravamo preoccupati di prendere qualche giorno brutto, visto il periodo. Partiamo da Bologna con un po’ di anticipo all’una di notte, facciamo il viaggio in business, tutto tranquillo. Dopo undici ore arriviamo a Malè dopo avere ammirato lo spettacolo delle Maldive dall’alto e ci accoglie un caldo torrido. Il tempo di comprare la sim maldiviana e il nostro gruppo di italiani sale su due barche veloci. Andavano talmente forte che nemmeno io che di solito soffro il mal di mare, non ho avuto problemi. Dopo avere incontrato diversi atolli, arriviamo a Rannalhi. Veniamo accolti da una salvietta rinfrescante e da un the freddo, quindi veniamo assegnati alle camere. Io e mia moglie abbiamo scelto l’overwater del tipo vecchio perché avevo letto che avevano il pavimento trasparente. Per arrivare alla camera, attraversiamo tutto l’atollo, infatti la reception e il ristorante sono dalla parte opposta degli overwater, cinque minuti in cui cominciamo a farci un’idea del paradiso in cui siamo arrivati: vegetazione tropicale, versi di uccelli starni, la sabbia finissima sotto i piedi. Arriviamo al nostro overwater, il n°401, l’ultimo della fila dei vecchi verso quelli in cemento che effettivamente stonano non poco con il paesaggio circostante. Apriamo la porta e subito notiamo la bottiglia di brut che ci hanno preparato. La vista dalla camera ci lascia senza fiato, una vetrata panoramica verso il mare e la tanto attesa finestra sul pavimento. E poi il terrazzino privato con i due lettini e la scaletta da cui si accede direttamente all’acqua. La laguna attorno agli overwater è bassissima e con il fondo di coralli morti, pertanto si scende solo con le pinne. Quando siamo arrivati , l’attesa era tanta che non abbiamo neanche disfatto le valigie e siamo scesi subito in acqua. L’acqua era caldissima e stranamente, a differenza di quella del Mar Rosso, non lasciava assolutamente il sale sulla pelle ci hanno poi detto che è per il fatto che è ricca di planctom. Mi sono allontanato con la maschera di appena una trentina di metri e in circa due metri d’acqua incontro subito una piccola tartaruga intenta a sgranocchiare del corallo, si lascia avvicinare senza allontanarsi per un po’ e penso: se questo è solo l’inizio… Infatti ogni volta che mi immergevo (snorkeling)nel reef circostante (l’accesso è comodissimo da ogni lato dell’atollo) facevo incontri nuovi. I pesci sono simili a quelli visti nel Mar Rosso, stupendi, coloratissimi e anche di grandi dimensioni, ma alcuni mai visti: gli squaletti pinna nera, le murene, ho visto anche l’aragosta e un pesce istrice”gonfio”. Al ristorante si presenta al tavolo il cameriere che ci seguirà nei pasti per tutto il soggiorno (Shanis, efficientissimo, il cibo non è proprio il punto forte, ma non si muore certo di fame. Dopo il primo giorno, decidiamo di farci portare la colazione in camera, che è inclusa per gli overwater, basta lasciare il cartellino sulla porta la sera prima. Scelta fantastica. La mattina alle 6,30 la luce saliva dalla vetrata sul pavimento e quando arrivava il cameriere, ci lasciava la colazione sul tavolino della terrazza, alzavi le veneziane e si presentava a noi un panorama unico. Le uscite che consiglio sono senza dubbio quella al manta point,un’esperienza fantastica nuotare in mezzo ad una decina di enormi mante, lo snorkeling notturno, esperienza unica nel nero del reef in compagnia di altri cinque italiani e guidati dal simpaticissimo Beppe (che assieme a Marco erano i due”animatori”dell’Azemar) che ci accompagnava in tutte le uscite. L’isola deserta è un’altra meta che merita veramente, come l’isola dei pescatori per gli acquisti (basta non farsi coinvolgere da ogni negoziante altrimenti si finiscono subito i soldi). Consiglio vivamente la cena romantica a base di aragosta, in pratica si è da soli al lume di una fiaccola, in mezzo alla spiaggia, serviti dal proprio cameriere; noi per giunta, l’abbiamo fatta sotto la luna piena… indimenticabile. Indescrivibili e senza parole i tramonti che ogni sera dalle 17 alle 17,30 facevano venire sul pontile vicino al nostro overwater numerosissimi turisti a fare le foto. La sera poi, accendavamo la luce sotto al bungalow e ammiravamo i numerosissimi pesci (anche grossi) che venivano dal buio circostante. Ci sarebbero ancora tante, tantissime cose da ricordare,ma mi limito a questo punto a dire che abbiamo passato una settimana fantastica e indimenticabile e speriamo di avere ancora la possibilità di ripeterla in futuro, perché se uno non lo prova, non si rende conto del paradiso terrestre che sono le Maldive.